Maratona
di Palermo
..poteva
andar peggio.
In
fondo, come tutti i teatranti e gli sportivi, anch’io sono un po’ scaramantico e devo ammettere che gli auspici
più recenti non dicevano cose su cui sognare.
Comunque
siamo tre: Giuseppe Giuttari, Massimo Pistorino e Dario Bruneo. I primi due
sono freschi reduci della bora e dell’acqua della Venice marathon e solo tre
settimane di recupero sembrano un azzardo, l’altro è reduce da un problema
fisico che l’ha frenato a Siracusa, anche se poi s’è dato assai da fare (col
ritmo) nell’allenamento lungo.
Come
già detto al dj Nu, il lunghissimo non abbiamo avuto il tempo di farlo!
La
giornata non è ne buona ne cattiva: ventosa, fresca, uggiosa, bagnata .. un po’
come il percorso di questa maratona : un po’ allegro, con Palermo che esibisce
i suoi splendori, un po’ monotono con interminabili falsipiani, un po’ infida
con lo strappo verso la cappella palatina, non lontano dall’arrivo..
La
cosa veramente buona è che alla partenza ci sono ben 1500 atleti e dunque gara
intensa e rumorosa e la cosa veramente brutta è che quasi tutti ti piantano al
21° ed infine è solitudine ed esasperazione.
Infatti
il passaggio al ventesimo fatto in compagnia
dice di una mezza ad 1.27e30 per Dario
e Giuseppe e Massimo ad 1.39e00 con proiezioni da mettere il sorriso.
Poi
l’attesa estenuante ed atleti che transitano ad intervalli secolari (solo 200
per la maratona).
Quando
sei al Massimo, che vuol dire Teatro e viene al 35° km, o non sei al massimo,
che vuol dire azzardo la gara comunque, ed il Massimo che aspetto non transita
più.. ed anche se il continuo trillo del cellulare mi richiama per un’eco che
non è ancora giunta .. i minuti si dilatano in delusione: capisco.
Paradossalmente
è questa la nota che più mi resterà di questa gara, tutti (o almeno tantissimi)
hanno chiesto, erano in attesa, volevano sapere, partecipavano (anche perchè il
crono non era on line).
Il
dettaglio tecnico dice che Massimo con le gambe dolenti, non stordite di
fatica, diciamo squinternate, va fuori al 24° km e Dario, con gli stessi
sintomi, rinuncia al 31° .. aspettava un accordo con la first africana che non
parlava inglese e forse, visto il risultato, non masticava neppure di maratona,
ma ancor più aspettava me lungo il percorso a ricordargli il dovere di andare
comunque al traguardo (il famoso crono). Così non è stato ed ha mollato prima.
In realtà secondo me ha letto il vento già la sera prima quando non ci è
toccato l’Arte.
Invece
Giuseppe, orgoglioso atleta griffato Unicredit, si arrampica sul 38° e si
squaglia verso il giardino inglese con un arrivo a 3.27e14. Dignitoso.
Sintesi.
Volevamo questa gara ma non potevamo fare, oggi, con questo percorso, in queste
condizioni, questi tempi di proiezione al 20°. Potremmo anche tirar scuse in
quantità ma .. siamo stati presuntuosi.
Io,
per sms giusto alle 9.15 ( l’orario
della partenza) avevo avuto sentore che non sarebbe andata benissimo..
Mario
Sibilla
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